VACANZE YOGA VACANZA YOGA VACANZE STUDIO E PRATICA DELLO YOGA IN VACANZA
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Iniziato per scherzo nella seconda metà del
mese di luglio 2004, nella splendida cornice dell’isola di Favignana,
quello che inizialmente sembrava un fantasioso paradosso, si è rivelato una
scommessa vincente.
Lo YOGA ALLA RADIO, infatti, grazie alla intuizione del celebre DJ
Marco Baldini ed al contributo del maestro di yoga Gianni Bertozzi è
diventato un piacevole intermezzo nella trasmissione radiofonica MB-SHOW
in onda su RADIO 2 RAI al mattino dalle 08.00 alle 11.00 dal lunedì al
venerdì.
La grande possibilità comunicativa della
RAI, la garbata ironia ed il sarcasmo di MARCO BALDINI, il vasto
patrimonio della scienza millenaria dello YOGA ed il contributo fondamentale di
GIANNI BERTOZZI si sono fusi in un unico intermezzo da cui sono scaturite
gioiose e simpatiche PILLOLE DIVULGATIVE DELLO YOGA.
Queste preziose PILLOLE sono andate in onda fino a venerdì 10 settembre 2004, ultima puntata di MB-SHOW.
Questa felice sperimentazione potrebbe rappresentare un viatico per altri appuntamenti radiofonici divulgativi dello yoga.
COSA DISSE LA STAMPA:
da LA GAZZETTA DI PARMA
di sabato 4
settembre 2004
PERSONAGGI Finestre di saggezza orientale nel “Marco
Baldini Show”
Onde su
onde. Premete l'interruttore: la meditazione (e il divertimento) può iniziare.
L'energia vitale viaggia con il «Marco Baldini Show». A spedirla nell'etere il
parmigiano Gianni Bertozzi, maestro yoga, che ha appena
ripreso ad aprire finestre di saggezza orientale (e non solo), intorno alle
9,30, in una delle trasmissioni più seguite di Radiodue.
Un ritorno in diretta: la seconda serie, dopo la quindicina di puntate (da
cinque minuti l'una) trasmesse prima di Ferragosto.
“E'
stato una specie di colpo di fulmine - racconta Bertozzi. Ero a Favignana,
a insegnare yoga in un villaggio turistico, quando è arrivata la troupe di
Baldini, per realizzare la trasmissione estiva da una località balneare”. Già che
c'era, il conduttore ha provato a seguire i corsi di yoga del maestro
parmigiano. «Con lui abbiamo attivato la sessione mattutina dalle 6,45
alle 7,30 - prosegue Bertozzi -. Poi,
alle 8, lui partiva con la trasmissione: bello carico».
Perché non dirigere l'energia
anche sul pubblico? Così è nato lo «yoga radiofonico». Poteva sembrare
un'assurdità, una boutade, una roba tipo «ciclisti palombari». Invece, era solo
un problema di «traduzione»: si trattava di trovare le giuste corrispondenze,
per superare i limiti sensoriali.
«Già,
sembrava un'assurdità -ricorda il maestro ducale -. Ma il
garbo e l'ironia intelligente di Baldini mi hanno portato ad accettare. Ci
siamo chiesti se fosse davvero possibile, poi ci siamo detti: perché non
provare?» Era un'occasione da non perdere, per chi pratica lo yoga
da trent'anni e cerca di diffonderne la pratica, vedendo in esso «un
eccellente strumento per l'uomo moderno alle prese con un presente carico di
minacce e un futuro le cui promesse si sono volatilizzate».
Così, dimostrando
di trovare subito una sintonia con 1' attualità, Bertozzi
ha deciso di partire con la «meditazione spot». Consiste in pause da un minuto,
durante le quali si chiudono gli occhi e ci si concentra sulla respirazione,
sul flusso d'aria che entra ed esce dalle narici. «Un
esercizio non inventato da me. Il primo a proporlo è stato un bramino
coltissimo, che vive negli Stati Uniti e tiene conferenze citando la Divina
Commedia». Questa meditazione è consigliata a tutti. «Fuorché
ai camionisti, agli automobilisti e a tutti quelli che devono tenere gli occhi
bene aperti» sorride il maestro yoga.
Il rischio è di trovarsi poi a
«meditare» in maniera molto dolorosa.
In
un'altra trasmissione, dagli altoparlanti delle radio sono filtrati odori e
profumi. «Dopo il digitale terrestre abbiamo inventato il
"digitale respiratorio" - prosegue Bertozzi -. Da Favignana
nel microfono soffiavo aria carica di prana, di
energia vitale destinata agli ascoltatori, dopo averla scomposta in tanti bit». Una
sinestesia che si è rifatta a quella utilizzata da Renzo Arbore, che faceva
«sentire gli odori» per radio, durante le trasmissioni di «Alto gradimento».
Altra
puntata, altra sfida per il maestro parmigiano: quella di trasformare la radio
in una specie di climatizzatore collettivo. «Ho proposto
un esercizio refrigerante racconta Bertozzi-. Questa volta con una tecnica di
"pranayama", di controllo del prana. Si trattava di mettere la bocca a O e di arrotolare
la lingua come una cannuccia e inspirarci attraverso, per poi espirare dal
naso. In questo modo si rinfrescano le papille gustative alla base della
lingua». L'esercizio ha però trovato una difficoltà
imprevista. «In questa occasione ho scoperto che molti italiani non
sanno arrotolare la lingua ...”. Probabilmente impareranno
in questi giorni, adesso che Bertozzi ha ripreso a
inviare per radio le sue «pillole di prana».
rob.lon.
Lo yoga è una
antichissima disciplina nata in India (la parola yoga significa “unire”) dove
gli antichi yogi arrivarono in maniera del tutto empirica alla deduzione dei
legami causa-effetto esistenti fra l’esecuzione di determinati esercizi e
benefici che ne nascevano. I metodi utilizzati dallo yoga si fondano sul
principio che esiste un interscambio continuo fra i processi mentali e quelli
fisiologici. Durante le lezioni di yoga, vengono utilizzate alcune particolari
tecniche: il movimento lento e uniforme del corpo si ferma in posture statiche,
in grado di riequilibrare il tono muscolare e di influire beneficamente su
tutte le funzioni corporee. Acquisite le posture di base, si procede in un
percorso atto ad approfondirle, in un percorso atto ad approfondirle imparando
a rilasciare gli sforzi superflui e a renderle stabili e comode. Altra tecnica
yoga è l’osservazione, la regolazione ed il controllo del respiro, in grado di
riequilibrare in particolar modo il sistema nervoso e di condurre gradualmente
in uno stato emotivo quieto e in uno stato mentale concentrato. E poi le
tecniche di rilassamento, strumento efficace per sviluppare la capacità di
gestire lo stress, le pratiche meditative, dove si focalizza la mente su
oggetti differenti, al fine di renderla stabile e pacificata e di dirigerla
verso la coscienza del Sé.
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